Da operaie a imprenditrici

Da operaie a imprenditrici

Articolo tratto da
“Conquiste del Lavoro”
rivista della CISL del 21 aprile 2016

 

 

Dalla crisi dell’azienda alla creazione di una cooperativa :la vicenda di 5 ragazze e un uomo dellaVal Seriana

Da operaie a imprenditrici: una storia da prendere “SulSerio”

Si chiama “Sul Serio Coop”la nuova società che ha rilevato le produzioni della Ardes, aziendameccanica di PonteNossa, con unmercato tutt’altro che povero nel campo dei piccoli elettrodomestici, ma con problemi economici e di gestione non più risolvibili.

Bergamo (nostro servizio).

Come passare dalla crisi e dalla perdita del lavoro a possedere una fabbrica, la “tua” fabbrica. È quello che è successo a 5 donne della Val Seriana, e a un uomo che le ha sempre appoggiate e seguite. Così è nata la “Sul Serio Coop”, società che ha rilevato la produzione della Ardes, azienda meccanica di Ponte Nossa, con un mercato tutt’altro che povero nel campo dei piccoli elettrodomestici, ma con problemi economici e di gestione non più risolvibili. Dopo un principio di sconcerto e di paura, 6 lavoratori sui 70 presenti, invece di accontentarsi degli ammortizzatori sociali, hanno deciso di dare una scossa alla propria esistenza.

“Questa storia insegna che con un po’ di coraggio e fortuna,ma soprattutto con tanta volontà, la propria vita può svoltare”, dice Giancarlo Carminati, della segreteria Fim Cisl di Bergamo, che ha seguito questa vicenda dall’inizio della crisi alla nascita della Coop.

“A gennaio del 2015 – ricorda Antonella Bigoni, “portavoce” del gruppo – la Ardes cessa l’attività e tutti i suoi dipendenti vengono messi in cassa. È stato un colpo, non certo a sorpresa,ma ci ha lasciati terrorizzati. Con Giancarlo abbiamo iniziato a muoverci per vederci garantiti gli ammortizzatori, ma contemporaneamente abbiamo iniziato a guardarci intorno per trovare altro da fare”. La zona non garantisce da anni un’occupazione “frizzante” come era possibile tempo fa.

Questa era la “valle dell’oro”, che sul tessile e sui telai ha costruito la propria ricchezza. Ricchezza che ormai è solo un vago ricordo. Non lo è, invece, la gran voglia di lavorare e dimettersi in gioco dei suoi abitanti.

“Abbiamo saputo che la PolyPool, azienda confinante, aveva intenzione di commercializzare i prodotti Ardes e abbiamo pensato di entrare nella partita: abbiamo infatti chiesto di permetterci di continuare la produzione e così è stato”.

Il passo verso la costituzione della cooperativa è stato veloce: grazie all’interessamento del consorzio Coesi è stato possibile anche bruciare le tappe e far nascere il 23 giugno la nuova società, specializzata nella produzione di scaldaletto, scaldini, fornelli elettrici e a gas, grattugie, paioli e passapomodoro elettrici, oltre che di affettatrici.

“È stata dura – racconta adesso Antonella – perché abbiamo dovuto cambiare la nostra mentalità: quando eravamo dipendenti dopo una giornata di lavoro di otto ore tornavamo a casa senza pensieri, mentre adesso anche se torni a casa non stacchi mai completamente dal lavoro. Però, c’è più soddisfazione e una maggiore motivazione”.

Nel corso del 2015 la cooperativa è riuscita a dare lavoro fisso e continuativo a due donne, poi, nei periodi di punta (con contratto a termine) ad altre 20 persone, la maggior parte ex dipendenti Ardes (altri lavoratori dell’azienda di Ponte Nossa sono stati riassorbiti da Poly Pool e Scame Parre).

“È una delle esperienze migliori e più gratificanti di questi anni passati in valle Seriana – dice ancora Carminati -. Invece di pensare ad ammortizzatori sociali, a giocare in attesa, le ragazze si sono rimboccate le maniche, investito di loro, inventato un po’ per volta riuscendo anche a dare lavoro a tante persone in una zona diventata povera. Un’esperienza bella, molto bella, da diffondere e ripetere”.

“L’obiettivo – precisa Antonella – è crescere, sia come soci che come lavoro: puntiamo a conquistare nuovi clienti, lavorare non ci spaventa. È un’esperienza molto difficile,ma stimolante e positiva. Sta andando bene. Il bilancio è equilibrato. Non si diventa ricchi, anzi lo stipendio è più basso diprima, ma ci arriva tutti i mesi”.
“Comunque, noi ci sentiamo ancora operaie” conclude.

Stefano Contu

 

Vedi anche la rivista on-line:
www.conquistedellavoro.it

 

 

 

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